Pensione, con Maria Luisa Gnecchi dico: “Fornero corregge suo errore su 15 anni di contributi”

pensioniFinalmente il ministro Fornero, come chiesto ripetutamente dal Pd, ha dato il via libera alla circolare Inps che fa chiarezza sul mantenimento del diritto alla pensione di vecchiaia per migliaia di lavoratori con i requisiti contributivi di 15 anni previsti dalla riforma Amato. È un risultato importante perché la circolare riguarda in particolare donne, la cui vita lavorativa è stata discontinua, che hanno maturato alcuni anni di contribuzione prima del dicembre 1992, per uscire successivamente dal mercato del lavoro con la prospettiva di fruire della pensione di vecchiaia una volta raggiunto il requisito anagrafico. Il ministro si è assunta il merito di garantire il diritto alla pensione per 65mila persone, quasi tutte donne, mentre sta solo riconoscendo uno dei suoi errori: aveva, infatti, imposto all’Inps un’interpretazione restrittiva che cancellava il requisito dei 15 anni maturati entro il 31 dicembre ‘92 senza aver abrogato la legge. In commissione Lavoro abbiamo presentato un’interrogazione alla quale ha risposto il viceministro Martone, per chiedere di correggere quanto fatto da Fornero in merito al requisito dei 15 anni per le donne che il ministro stesso aveva cancellato con atto amministrativo.

La passione per osare, l’esperienza per riuscirci

CartolinaDamiano2La passione per osare, l’esperienza per riuscirci.

E’ sulla base di questi due punti di forza – la passione e l’esperienza – che ho deciso di presentare la mia candidatura alle primarie di Torino per la scelta dei parlamentari del Partito Democratico. Dopo due anni da ministro del Lavoro e quasi cinque da capogruppo Pd alla Commissione lavoro della Camera, chiedo che mi sia rinnovata la fiducia per portare a compimento quei progetti – dalla lotta alla precarietà a una più equa e moderna disciplina delle pensioni, da nuove regole sulla rappresentanza e la rappresentatività sindacale a iniziative a sostegno dell’occupazione, soprattutto dei giovani e delle donne – che sono ancora in cammino.

Abbiamo alle spalle anni difficili e difficili saranno anche gli anni a venire. Dopo i disastri di Berlusconi, il governo Monti ha avuto il merito di mettere in sicurezza i conti pubblici e di far riconquistare all’Italia il ruolo e il prestigio perduti in campo internazionale, anche se ha ecceduto nella strada del rigore.

Adesso occorre cambiare rotta, perché i sacrifici che gli italiani sono stati chiamati a sostenere non devono essere vanificati dalla mancanza di concrete prospettive di sviluppo.

Sono necessarie politiche che rompano la spirale recessiva e diano impulso allo sviluppo economico e produttivo e ritrovino la strada dell’equità sociale. Servono scelte che favoriscano la crescita – quantitativa e qualitativa – dell’occupazione; abbiamo bisogno di governanti che, con la loro opera quotidiana, siano in grado di restituire fiducia ai cittadini.

In questi cinque anni sono stato promotore di iniziative – in alcuni casi di vere e proprie battaglie – a difesa dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, dei cassintegrati.

  • Mi sono battuto, in Commissione Lavoro e in Aula, per garantire con proposte e provvedimenti di legge una copertura previdenziale alle decine di migliaia di lavoratori (fra di essi i cosiddetti esodati) che, a causa della riforma Fornero, rischiavano (e in buon numero ancora rischiano) di restare senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza pensione.
  • Sono stato promotore di iniziative legislative e parlamentari per sbloccare la situazione degli oltre 70mila vincitori di concorso pubblico, per lo più giovani, che non hanno ottenuto il posto di lavoro, conquistato con merito e fatica, a causa delle politiche restrittive per le assunzioni nella pubblica amministrazione.
  • In materia previdenziale, contro le rigidità introdotte dai governi Berlusconi e Monti, ho proposto un disegno di legge per introdurre una scelta flessibile nell’uscita dal lavoro verso la pensione. Sono fautore dellanecessità di un’azione di revisione, nel segno di una maggiore equità, della riforma Fornero.
  • Sono promotore di un “Pacchetto giovani” finalizzato alla riduzione della precarietà del lavoro attraverso agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione a tempo determinato in contratti di lavoro stabili, alla promozione dell’auto imprenditorialità giovanile (e femminile), alla regolamentazione del tirocinio formativo, dello stage e della pratica professionale (anche mettendo fine alla loro gratuità) e alla costruzione – anche attraverso un’effettiva totalizzazione contributiva – di una futura, dignitosa, rendita pensionistica.
  • Sono estensore di uno Statuto dei lavori autonomi avente come punticardinela semplificazione per l’avvio dell’attività, l’agevolazione fiscale per i giovani fino a 35 anni e i disoccupati di lunga durata, la promozione di servizi pubblici di consulenza e la tutela del reddito in situazioni di crisi e di inoccupazione.
  • Mi sono battuto (con successo) perché venisse finalmente portata a conclusione la vicenda dell’anticipazione dell’età del pensionamento per i lavoratori impiegati in lavori usuranti.

Iniziative e proposte con un solo obiettivo e un denominatore comune: favorire l’occupazione, difendere e promuovere la dignità e la qualità del lavoro.

E’ da qui che vi chiedo la fiducia per ripartire.

Cesare Damiano

Legge di Stabilità, con Maria Luisa Gnecchi affermo: ci sarà emendamento su ricongiunzioni pensionistiche

pensioniNell’incontro di oggi con la commissione Lavoro, il ministro Fornero ha confermato che ci sarà al Senato l’emendamento relativo alle ricongiunzioni pensionistiche. Si tratta di un fatto importante anche se non risolutivo del problema. L’emendamento è il risultato di una lunga battaglia del Partito democratico cominciata nell’agosto del 2010 e che ha conquistato via via il sostegno di tutti gli altri gruppi. Se l’emendamento sarà approvato, avremo risolto il problema delle ricongiunzioni per tutti coloro che sono passati dal pubblico impiego (o da un fondo sostitutivo ed esonerativo) all’Inps prima del luglio 2010, sanando in questo modo una palese ingiustizia sociale. La parte non completamente risolta riguarda le situazioni successive a quella data. Chi oggi è dipendente pubblico e ha anche contributi precedentemente versati all’Inps, potrà avere la ricongiunzione gratuita solo per la pensione di vecchiaia. L’esclusione delle pensioni di anzianità mantiene una discriminazione che andrà successivamente affrontata, non risolta in questa circostanza ancora una volta per problemi di copertura finanziaria. L’emendamento ha ovviamente individuato le risorse necessarie ed ha quindi il via libera della Ragioneria.

Pensioni, con Maria Luisa Gnecchi dico: governo presenti emendamento per risolvere problema ricongiunzioni

pensioniL’incontro di oggi tra il ministro Fornero e la commissione Lavoro sul tema delle ricongiunzioni pensionistiche non ha ancora individuato una soluzione al problema. Come da noi richiesto è in corso un intenso lavoro di confronto fra ministero del Lavoro, dell’Economia, Ragioneria dello Stato e Inps per individuare una norma di legge e la relativa copertura finanziaria. Il ministro ha dichiarato che non è percorribile la strada puramente amministrativa sulla quale si era in precedenza ragionato. Per quanto ci riguarda riteniamo che, a questo punto, l’unica possibilità sia quella di un emendamento del governo alla legge di stabilità, perché i tempi per una soluzione sono ormai molto stretti. Il ministro ha condiviso questa impostazione e l’appuntamento fissato martedì prossimo dovrà consentire alla commissione Lavoro di valutare la proposta di merito prima che essa sia formalizzata nell’apposito emendamento. È importante il fatto che, dopo oltre due anni di pressione da parte della commissione Lavoro, a partire dalla proposta di legge del Pd per il ripristino della precedente ricongiunzione gratuita verso l’Inps, presentata nell’agosto 2010, anche il governo si sia convinto dell’errore compiuto dall’esecutivo precedente, che oggi richiede una correzione per rendere giustizia ai lavoratori coinvolti.

Pensioni, con Maria Luisa Gnecchi dico: bene Fornero, risolvere presto problema ricongiunzioni

pensioniAnche noi, come il ministro Fornero, ci auguriamo che nel giro di qualche settimana venga risolto il problema delle ricongiunzioni che abbiamo sollevato, come Pd, nel lontano 2010, al momento del suo sorgere. Come ricordato dal ministro del Lavoro, si tratta di un provvedimento i cui effetti ‘sono folli’, perché costringono i lavoratori che intendono giustamente ricongiungere i contributi versati per poter avere una unica pensione, a pagare due volte. Si tratta di un errore compiuto dal governo Berlusconi e onestamente riconosciuto nell’Aula di Montecitorio dall’allora sottosegretario Luca Bellotti. La commissione Lavoro della Camera ha elaborato unitariamente una proposta per risolvere questo problema e attendiamo, come ha promesso il ministro, di avere rapidamente una risposta.

Teleperformance: l’interrogazione presentata in Commissione Lavoro

Pubblichiamo qui il testo dell’interrogazione  su Teleperfomance, da me presentata il 29 novembre in Commissione Lavoro da Damiano e qui il testo della risposta.

Presentata una proposta di legge per i lavoratori migranti

immiFavorire direttamente sul nostro territorio nazionale, grazie ad un permesso di soggiorno provvisorio di un anno, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, al fine di evitare l’azzeramento dei flussi migratori. È questa, in sintesi, la proposta di legge (primi firmatari Luigi Bobba e Cesare Damiano) in tema di immigrazione presentata questa mattina alla Camera da alcuni esponenti del partito Democratico e dall’esponente Udc, Savino Pezzotta. La pdl si pone come obiettivo quello di ammettere l’ingresso in Italia di lavoratori migranti nella fase di ricerca del lavoro, imponendo pero’ una serie di condizioni (in primis una somma per coprire le spese di sostentamento) tali da garantire che nell’anno di ricerca il lavoratore straniero non gravi sull’assistenza pubblica.

Come alternativa alla previsione dell’ingresso per la ricerca di un lavoro, il disegno di legge, che nell’intenzione dei firmatari potrebbe anche trasformarsi in una serie di emendamenti da presentare all’interno del ddl sicurezza in discussione a palazzo Madama, propone di convertire l’ingresso per turismo di un lavoratore gia’ presente sul territorio in un permesso di soggiorno vero e proprio per motivi di lavoro.

“La nostra non sara’ una proposta salvifica- sottolinea Luigi Bobba- ma mira ad affrontare il problema dell’immigrazione in maniera seria ed approfondita, cercando di uscire dalla cultura dell’emergenza e da quell’illegalita’ ‘subita’ che non e’ dettata dal comportamento dei migranti ma da un cortocircuito legislativo senza via d’uscita”. La proposta, aggiunge Savino Pezzotta, “mira ad affrontare il problema dell’emergenza migratoria in un’ottica di normalita’, perche’ questo dell’immgrazione e’ un fenomeno che deve necessariamenete essere gestito con razionalita’”.

Dello stesso avviso e’ Cesare Damiano, che ricorda come, nei 18 mesi del Governo Prodi, “solo nel settore dell’edilizia sono ‘emerse’ 220 mila persone, delle quali il 55% straniere”, ed evidenzia che la proposta di legge presentata questa mattina rappresenta “un passo avanti nella direzione della normalita’”, grazie all’idea del “superamento di un esclusiva”.


Dl anticrisi, Damiano: Abbandonata per protesta la commissione Lavoro

aula-montecitorio“Abbiamo abbandonato per protesta i lavori della commissione, insieme all’Udc e all’Idv, prima del voto relativo al decreto anticrisi presentato dal governo”. Lo afferma in una nota il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Cesare Damiano. “Abbiamo voluto in questo modo segnare una discontinuita’ per chiedere con forza al governo un radicale cambio di marcia nell’organizzazione dei lavori parlamentari – spiega Damiano – Non si puo’ piu’ pretendere un pronunciamento su decreti ‘mobili’ che vengono successivamente cambiati, in questo caso dalle commissioni Bilancio e Finanze, a causa degli emendamenti presentati soprattutto dallo stesso governo.

L’accordo raggiunto prima delle vacanze di fine d’anno prevedeva un doppio parere (provvisorio e definitivo) che ci e’ stato adesso negato per il ritmo parossistico che il governo impone ai lavori, il piu’ delle volte vanificato dai voti di fiducia”. In secondo luogo, sottolinea il parlamentare del Pd, “non si puo’ sottovalutare il ruolo che la commissione Lavoro puo’ svolgere su materie contenute in questo decreto come quelle che riguardano gli ammortizzatori sociali. La nostra proposta di apertura di un tavolo di concertazione governo, opposizione, parti sociali, e’ stata fin qui ignorata ed e’ questa la diretta conseguenza del modo sbrigativo con il quale questi argomenti vengono affrontati – conclude Damiano – dimostrando la mancata percezione da parte del governo della gravita’ della crisi”. Fonte IL VELINO

Amianto: non bloccare le pensioni. Risoluzione in commissione lavoro della Camera

amiantoRaggiunta una soluzione tecnica per la vicenda delle pensioni percepite con i benefici per l’amianto, a rischio sospensione, mentre l’inchiesta condotta dai sostituti procuratori Ranieri Vittorio Miniati e Luca Scorza Azzara’ prosegue nell’accertamento delle presunte irregolarita’.

La risoluzione e’ stata votata oggi in commissione Lavoro della Camera, all’unanimita’, alla presenza del sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli.

Con questo atto di indirizzo proposto dal deputato ligure del Pdl Michele Scandroglio, “si impegna il governo ad assicurare che l’Inps non sospenda l’erogazione dei trattamenti pensionistici fino al definitivo annullamento da parte dell’Inail su base di elementi certi ed incontrovertibili e a valutare l’opportunita’ di evitare che i pensionati, salvo il caso di dolo, siano tenuti a restituire le somme ricevute”.

La risoluzione e’ stata sottoscritta dai capigruppo in commissione Lavoro: l’ex ministro Cesare Damiano (Pd); Nino Foti (Pdl); Davide Caparini (Lega); Teresio Delfino (Udc); e Giovanni Paladini (Idv). (ANSA).

GIUSTIZIA: NEL DDL LAVORO C’E’ UN ATTACCO AI LAVORATORI

Attacco ai lavoratori

E’ grave che il governo tenti in modo surrettizio di cambiare radicalmente il processo del lavoro. Il Pd,  nel corso dell’esame in commissione lavoro, del provvedimento del governo collegato alla manovra di luglio che e’ stato appena approvato dalla commissione Bilancio della Camera, ha chiesto la soppressione di tutti quegli gli articoli che riguardano le clausole generali, la certificazione dei contratti, la conciliazione e l’arbitrato e la possibilita’ di impugnazione del licenziamento da parte del lavoratore. Continua a leggere